Cappuccino
Cappuccino
Una esperienza stagionale immerso nelle dolomiti a più di 2000 mt. di quota, dentro una verde insenatura un piccolo catino erboso condito di flora alpina.
Lievi avvallamenti che si prolungano lentamente per inerpicarsi d'improvviso fino alla congiunzione dei ghiaioni.
Appena decentrato, ma ben visibile da ogni prospettiva sta il rifugio; solo e sicuro come un camoscio in equilibrio fra la guglia.
Al di sopra, la vertigine montuosa si espande in circolo.
Penetra la luce nei minerali come il pennello sfuma lo sfondo rosato nella tela.
Quando il sole si nasconde dietro le cime scende il sipario d'ombre fra le correnti ventose, i rapaci sorvolano e perlustano il territorio nell' aria bruna.
Nel rifugio non può mancare il punto di ristoro.
La sera rientrano gli scalatori di rocce con cordame, lacci e metallo. Durante il giorno scambiano qualche idea con la natura, quelli che pernottano in rifugio di buon mattino ripartono, quasi invisibili alle regole del buon ristoro.
Gli scalatori di sentieri arrivano a metà mattinata, ordinano il cappuccino, un primo frettoloso sorso ed impostano la prima domanda, poi una seconda , così via, finchè svuotata la tazza, ripartono rassicurati con un carico di propositi nella mente e nello zaino.
Quelli che scalano le marce arrivano più tardi nel piazzale ricavato dai pneumatici, non lontano dal rifugio, controllano ansiosamente il surriscaldamento del mezzo, aprono porte e cofani e le chiudono dubbiosi incamminandosi nell'avventura estiva . Si appoggiano al bancone ed ancor prima d'ordinare esclamano : " Tonico, tonico " .... poi prendono la tazza con la pastina confezionata diretti al " belvedere ", nella terrazza disinvoltamente scambiano opinioni ma in loro persiste il ricordo di una possiblie anomalia, finchè ritornano con passi da montanaro ai loro rispettivi mezzi.
Il radiatore non è ancora completamente raffreddato, cautela innanzitutto.
Così trascorro il tempo indaffarato fra cioccolate e cappuccini, mi destreggio come posso aprendo e chiudendo sportelli frigoriferi, mentre il caffè sotto la macchina è già pronto.
Qualche vapore qua e là fuoriesce dalla lava bicchieri, il soffio in forte pressione in uscita dal tubo di riscaldamento bevande assomiglia al rumore di una vaporiera di fine ottocento, come in una carrozza si susseguono le voci ed i saluti in un clima di cordialità :
"... buongiorno, stia bene, arrivederci... ", intanto le montagne là fuori stanno ferme.
Prima della pausa pomeridiana prendo la scopa , raccolgo polvere e rimasugli, immergo lo spazzolone nel secchio e con meticolosa cura lavo il pavimento, altra immersione, e giù...
Durante queste operazioni si verificano incontri fortuiti, persone che si dirigono verso la soglia.
Accorgendosi dei lavori in corso, alcuni attendono pazientemente, altri cercano e trovano varchi improbabili fra me, la scopa e lo spazzolone. In fin dei conti, siamo agenti ostruenti.
Il pavimento trasuda evidente umidità, ma con simpatico saltello felino, sornioni, sornioni si introducono nel " salottino ".
Un tedesco , accorgendosi in lieve ritardo delle operazioni di pulizia in corso, pianta a terra lo scarpone motrice , ritirandosi quel tanto che basta per esprimere un deciso :
" Entshuldigugen " !
Lo invito ad avvicinarsi al bancone :
" Cappuccino, danke "
Preparo un caffè cremoso con adeguata aggiunta di latte caldo:
" mmh, mmh, gut "
Sormonto doviziosamente l'orlo della tazza con emulsione regolarmente distribuita :
" oh, oh, gut, gut "
Infine, tocco finale di polvere di cacao a coprire il bianco nevoso, et voilà, il cappuccio è servito.
con divertito sorriso l'uomo si esprime compiutamente:
" Questo essere un capolavoro. "
Yes, a real masterpiece , un capolavoro ", mentre le montagne là fuori stanno ferme, ostregheta !
Una esperienza stagionale immerso nelle dolomiti a più di 2000 mt. di quota, dentro una verde insenatura un piccolo catino erboso condito di flora alpina.
Lievi avvallamenti che si prolungano lentamente per inerpicarsi d'improvviso fino alla congiunzione dei ghiaioni.
Appena decentrato, ma ben visibile da ogni prospettiva sta il rifugio; solo e sicuro come un camoscio in equilibrio fra la guglia.
Al di sopra, la vertigine montuosa si espande in circolo.
Penetra la luce nei minerali come il pennello sfuma lo sfondo rosato nella tela.
Quando il sole si nasconde dietro le cime scende il sipario d'ombre fra le correnti ventose, i rapaci sorvolano e perlustano il territorio nell' aria bruna.
Nel rifugio non può mancare il punto di ristoro.
La sera rientrano gli scalatori di rocce con cordame, lacci e metallo. Durante il giorno scambiano qualche idea con la natura, quelli che pernottano in rifugio di buon mattino ripartono, quasi invisibili alle regole del buon ristoro.
Gli scalatori di sentieri arrivano a metà mattinata, ordinano il cappuccino, un primo frettoloso sorso ed impostano la prima domanda, poi una seconda , così via, finchè svuotata la tazza, ripartono rassicurati con un carico di propositi nella mente e nello zaino.
Quelli che scalano le marce arrivano più tardi nel piazzale ricavato dai pneumatici, non lontano dal rifugio, controllano ansiosamente il surriscaldamento del mezzo, aprono porte e cofani e le chiudono dubbiosi incamminandosi nell'avventura estiva . Si appoggiano al bancone ed ancor prima d'ordinare esclamano : " Tonico, tonico " .... poi prendono la tazza con la pastina confezionata diretti al " belvedere ", nella terrazza disinvoltamente scambiano opinioni ma in loro persiste il ricordo di una possiblie anomalia, finchè ritornano con passi da montanaro ai loro rispettivi mezzi.
Il radiatore non è ancora completamente raffreddato, cautela innanzitutto.
Così trascorro il tempo indaffarato fra cioccolate e cappuccini, mi destreggio come posso aprendo e chiudendo sportelli frigoriferi, mentre il caffè sotto la macchina è già pronto.
Qualche vapore qua e là fuoriesce dalla lava bicchieri, il soffio in forte pressione in uscita dal tubo di riscaldamento bevande assomiglia al rumore di una vaporiera di fine ottocento, come in una carrozza si susseguono le voci ed i saluti in un clima di cordialità :
"... buongiorno, stia bene, arrivederci... ", intanto le montagne là fuori stanno ferme.
Prima della pausa pomeridiana prendo la scopa , raccolgo polvere e rimasugli, immergo lo spazzolone nel secchio e con meticolosa cura lavo il pavimento, altra immersione, e giù...
Durante queste operazioni si verificano incontri fortuiti, persone che si dirigono verso la soglia.
Accorgendosi dei lavori in corso, alcuni attendono pazientemente, altri cercano e trovano varchi improbabili fra me, la scopa e lo spazzolone. In fin dei conti, siamo agenti ostruenti.
Il pavimento trasuda evidente umidità, ma con simpatico saltello felino, sornioni, sornioni si introducono nel " salottino ".
Un tedesco , accorgendosi in lieve ritardo delle operazioni di pulizia in corso, pianta a terra lo scarpone motrice , ritirandosi quel tanto che basta per esprimere un deciso :
" Entshuldigugen " !
Lo invito ad avvicinarsi al bancone :
" Cappuccino, danke "
Preparo un caffè cremoso con adeguata aggiunta di latte caldo:
" mmh, mmh, gut "
Sormonto doviziosamente l'orlo della tazza con emulsione regolarmente distribuita :
" oh, oh, gut, gut "
Infine, tocco finale di polvere di cacao a coprire il bianco nevoso, et voilà, il cappuccio è servito.
con divertito sorriso l'uomo si esprime compiutamente:
" Questo essere un capolavoro. "
Yes, a real masterpiece , un capolavoro ", mentre le montagne là fuori stanno ferme, ostregheta !
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