OGM
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Ortaggi Geneticamente Modificati
Racconto scritto nel maggio 2010 da Dario G. per la quinta proposta di scrittura del
forum www.inpuntadipenna.org Incipit da 1984 - George Orwell
Ortaggi Geneticamente Modificati
It was a bright cold day in April, and the clocks were striking thirteen …. * Il tempo trascorre ma ritorna , rimane stabile nelle cause, conseguente negli effetti indipendentemente dalle nostre pretese sanzioni censorie iscritte e registrate, a suo tempo, nell’ Index Librorum. Ora un nuovo mondo si delinea, un nuovo mondo coraggioso **. Vago in questo suolo cercando significato alla speranza, al dissenso, resisto agli sguardi insofferenti, fraudolenti di chi ti vuol veder piegato alle trame della necessità. Sfido il loro controllo, con la sola forza di sostenerli, iride contro iride, assumendomi le mancanze, versando tributo all’orgoglio ferito, consapevole del limite, perché in quel luogo risiede la ragione. Sono una zucca , perciò viaggio verso la natura, a lei pagherò dazio, per quel che ha richiesto e non ho saputo e potuto darle . Desidero, fortissimamente voglio, andarle incontro , con cautela , naturalmente. Dopotutto sto parlando di fenomeni riproduttivi. Quando sarà il momento confesserò colpevolezza ed innocenza … ma non ora.
Marco , mio compagno di scuola alle elementari è sempre stato un po’ riservato, un bel tipetto originale ... particolare dentro . Soprannominato “ cetriolo “ a causa del lungo collo proteso in avanti , munito di arti inferiori, strambi , convessi , collegati a piedi che a noi sembravano interminabili. Alle nostre provocazioni reagiva con lieve sorriso , la tipica e contenuta reazione di chi sorvola le sciocchezze liquidandole con tranquilla rassegnazione benevola. Si intravedeva in lui l’uomo organizzato del futuro, quel tipo di individuo che mette in sequenza i quadratini. Noi, a confronto eravamo dei ragazzini ruspanti che intuivano il proprio stato infantile , istintivo , elementi vitali e distruttivi allo stesso tempo , dai quali prorompe energia. Unendoci, usavamo tale primordiale potere nei confronti di Cetriolo. Dentro quel mondo di congiure mal programmate e scherzetti proverbiali , da ricordare solo dopo l’alcool test, Marco superava con saltelloni piuttosto disinvolti gli sgambetti, grazie all’ accessorio periscopico, evitava preventivamente i cazzotti. Ai nostri occhi, seppur nella sua precoce sobrietà, presentava degli aspetti eterei che non potevamo cogliere; sembrava una specie di Barone rampante con i piedoni ben piantati a terra. Più avanti nel tempo ci specializzammo scoprendo il lato intimo dell’essere arrampicante. Il solco per entrare nella sua esclusività era tracciato; non reagiva con stizza al fatto di essere penetrato , tuttavia, manifestava fisicamente il momento con percettibile dondolio del corpo; le gambe vibranti ed elastiche sembravano due fusti fibrosi e davano l’impressione di essere elementi portanti adatti a sostenere scosse di buona entità . Già , avrebbe potuto permettersi una frequenza ondulatoria degna di un metronomo, considerata la stabile piattaforma su cui poggiava. Allora ero una zucca bonacciona, non mi andava di ricorrere a mezzi impropri, preferivo il dialogo spontaneo alla provocazione, non come oggi che sono diventato un rompi palle di prima categoria. Comunque, oggi “ l’ ortaggio ” è cresciuto , consolidato nelle proporzioni , si è aggiunta la pancia, abbastanza voluminosa, rende ancora meglio l’idea di cetriolo, plantari e collo evidenziano senza equivoco l’esistenza dell’essere in qualità di specie. Il carattere dimostra quella stessa prudente riservatezza originata dai reconditi puntelli della responsabilità, coltivata con dovizia dai propri giardinieri molto urbani. Non ci siamo mai persi completamente di vista . Tutto sommato, il canale è rimasto aperto, perché con lo scorrere del tempo abbiamo reciprocamente e silenziosamente accettato le nostre diversità attribuendo ad esse un qualche significato. Sarà per questo motivo che qualche confidenza mi viene concessa, con il timbro postale bene in evidenza . Ritiene che mantenga sufficiente riservatezza alle sue donazioni; non ha torto, anche se qualche tentativo mancino rimane ancora inespresso dietro le pieghe del mio cosciente. Ora che siamo l’uno di fronte all’altro , iride contro iride, … desidero, fortissimamente voglio, non perdere l’ occasione , per discutere sul significato di “quella giornata” che agli intenditori di letterarie memorie, rievoca la momentanea impressione di Chaucer , una visione per spettatori in attesa di episodi romantici; ricorda anche gli spunti ed i desideri nostalgici rappresentati dal Browning, ed a voi cari figliuoli e dolci amichette, può ricordare il desiderato riverbero sensuale di un volto sconosciuto, incrociato per caso nella scalinata di una cittadina medievale, ma non è così… mi dispiace tanto … ma non è proprio così. Fatalmente , lo scherzetto d’Aprile arriva, con uno schiaffo sul coppino: arriva con George: “ quel vento fresco, profondo e soffocante che inclina il mento verso il petto nel tentativo di fuggirlo” *, … significa scappare dall’irrequieto tormento inespresso che ci portiamo dietro: - Anche il tuo , che te la cavi tanto bene. - A questa mia presa di posizione , Marco risponde con il piglio del pescatore che tiene saldamente la canna tesa, aspettando l’emersione di un trota da 4 kili: - " Ho intenzione di farmi crescere i baffi " – - … " così hai deciso di farti crescere i baffi " … baffi d’artista concreto " … Fai lo spiritoso, ma in fondo , sei come Winston Smith, ti fai crescere i baffi perché non hai più Julie al tuo fianco ed i tuoi silenziosi piani ribelli sono svaniti " – II cetriolo , mi osserva tranquillo e risponde: - Ogni ortaggio ha i propri baffi … piuttosto … zucca geneticamente sostenibile, di quali ulteriori presagi ti occupi, attualmente? - Non ho altre previsioni al momento , mi sento come un groviglio arroventato da sfaldare e raffreddare … - Bene!... hai una valanga di pensierini non detti … - Mi rispondi per le rime … - Ora, sale il disagio e Marco tergiversa, senza dondolare, mi risponde : - …. Vado è L’UNA … Eccolo il tiro mancino: adesso vedo chiaramente il poster gigante dell’uomo con i baffi dal volto duro ma non sgradevole, con sotto la scritta a caratteri cubitàli “ THE BIG BROTHER IS WATCHING YOU “ * , voglio, fortissimamente voglio, sublimare l’attimo, svaporarlo come la nube grigia che si allontana in favore del cielo terso … voglio confidarmi con Ippolito … dai … vieni .. caro amico di viaggi notturni … dimmi con decisione: “ ciò che si toglie al pensiero non è vietato alla speranza “ , fammi riscoprire Carlino Altoviti , “… per indovinar cosa fosse quello spazio infinito d’azzurro che pareva un pezzo di cielo caduto schiacciatosi in terra “ ***. Ma non è così … cari amici di prima! Allora trasalgo: - Dove vai? – - Dalla Flora – adesso faccio lo spiritoso : - Cosa vai a fare …il gentleman in osteria ? La risposta arriva tagliente come il ritmo osceno del cinismo: - Tutto quello che era proibito diventa ora obbligatorio* – Altro tiro mancino, - ora vorrei scalare il monte Cristallo , trasformarmi in acqua , tuffarmi in rivoli gagliardi , sgorgare in flussi decisi , immerso nel vortice dei mulinelli per confondermi verso roccie conclusive, elemento negli elementi. Ma no .. no …no… devo rimanere collegato perché ora c’è la crisi economica, c’è l’ ICI, l’IVA , l’ IRPEF, c’è la Grecia … anche questa … adesso , c’è la speculazione finanziaria …ma che cos’è la speculazione… è forse il prisma di Newton? … no… quella deve essere la rifrazione… è forse il prisma dei Pink Floid in “ The dark side of the moon ? “ forse si … deve essere quella parte di luce non scomposta , è quella monumentale imposta da pagare , ben conosciuta, ma che ci ostiniamo a smentire, finchè , non diventa obbligatoria, tradotta in Euro che volano verso la volta celeste: è la tassa per le ochette che starnazzano sotto il ponte dei sospiri a Venezia. Anche se il mio smarrimento è palese, cerco di riprendermi, ancora una volta, con una battuta degna della migliore osteria d’Italia che sta per chiudere dopo i bagordi aciduli degli ultimi clienti: - Bel colpo, questa me la segno … vai , vai …vai dalla Flora, quel bel vestitino rosso in flanella ti rende allegro con brio - Vedo Marco allontanarsi con il suo passo sicuro , ho la sensazione che la nostra conversazione non si ripeterà ,almeno in questi termini, in fin dei conti potevamo intuire quello che ci siamo detti, anche solo blaterando diversamente ed abilmente, balbettando, cinguettando indubbiamente, roteando su noi stessi. Ma ora sappiamo esattamente come dobbiamo comportarci e mantenere il contegno dei nostri pensieri… ci conosciamo da una vita … in fondo, potevamo mettere in conto anche questa sconveniente divagazione sotto il ponte dei sospiri . Sono nel “quasi” pieno delle mie facoltà genetiche, rimanderò le considerazioni sui “ cuori di tenebra “ sui “ buchi neri del sole “ … sono un ortaggio come “quasi” tutti gli altri ed ho il sacrosanto diritto, anch’io, di abbeverarmi dalla Flora , futura aridità permettendo. Marco si sta allontanando troppo. - Cetrioloooo … aspetta … vengo anch’io … Finalmente una buona notizia, , c’è la camicetta di flanella rossa ed i capelli sciolti color cipolla della Flora che ci attendono … con sornione sorriso sibillino prende il bottiglione e versa… versa… versa … All’osteria, troviamo Pel di carota, anche lui alto e magro da bamboccio, ma rigido come un palo d’acciaio inox , pelo color di zolfo, con la faccia spiritosa da Pippo lentigginoso . Anche lui ruspante figlio delle Prealpi. A 20 anni è partito, zaino in spalla, girovagando mezz’Europa … cosa voleva fare, il giovane Holden? **** …. poi , dopo qualche anno, è tornato nella sua terra , in quel suolo penetrante, negli intrecci ricavati dai boschi fitti di misteri arborei, preparatori di fatiche, ma anche di armonie dispensate da suoni rassicuranti ... e dal colore verde, espresso in molte tonalità ; forse queste cose hanno riempito lo zaino … Ora , grazie a questi precedenti , Pippo carotone impaglia seggiole ed intaglia il legno… artigiano riconosciuto … tassato con la nuova imposta sulle ochette … questa volta penso attraverso monologo interiore … che non sia l’eredità del lato oscuro della luna?
Ci troviamo davanti a questo lungo bancone di fòrmica con sotto la vetrinetta per le pastine, alla mia sinistra Pippo, dritto come un “ punto affermativo “, aperto in verticale. Alla mia destra Cetriolo, sembra una parentesi tonda ( chiusa ovviamente ), pronto a percepire il ritmo fluente del linguaggio. I nostri sguardi si incrociano veloci e dissipano nell’ambiente una somma di scariche elettriche ,un fulmine che precipita al suolo . Intanto, Flora corre di qua e di là, lungo il bancone… sembra una papera a bersaglio mentre noi spariamo con fucili da luna-park alla sagra del paese … lei continua nelle sue occupazioni …e poi… travasa … travasa… travasa. Il vino è l’iperbole del tempo che scorre, ma ritorna … l’una è passata, aspetterò l’imbrunire … e poi confesserò. I will confess, but not yet. I must hold out till the pain becomes unbearable.” * … non ora, anche se dovessi essere l’ultimo uomo in Europa. “ Three more kicks, two more kicks, and then I will tell them what they want! “
* Faccio una dedica a Pippo, detto Pel di carota … a Cetriolo, un po’ meno … e la Flora? …. Lei riscuote … ricuote … riscuote
Ortaggi Geneticamente Modificati
It was a bright cold day in April, and the clocks were striking thirteen …. * Il tempo trascorre ma ritorna , rimane stabile nelle cause, conseguente negli effetti indipendentemente dalle nostre pretese sanzioni censorie iscritte e registrate, a suo tempo, nell’ Index Librorum. Ora un nuovo mondo si delinea, un nuovo mondo coraggioso **. Vago in questo suolo cercando significato alla speranza, al dissenso, resisto agli sguardi insofferenti, fraudolenti di chi ti vuol veder piegato alle trame della necessità. Sfido il loro controllo, con la sola forza di sostenerli, iride contro iride, assumendomi le mancanze, versando tributo all’orgoglio ferito, consapevole del limite, perché in quel luogo risiede la ragione. Sono una zucca , perciò viaggio verso la natura, a lei pagherò dazio, per quel che ha richiesto e non ho saputo e potuto darle . Desidero, fortissimamente voglio, andarle incontro , con cautela , naturalmente. Dopotutto sto parlando di fenomeni riproduttivi. Quando sarà il momento confesserò colpevolezza ed innocenza … ma non ora.
Marco , mio compagno di scuola alle elementari è sempre stato un po’ riservato, un bel tipetto originale ... particolare dentro . Soprannominato “ cetriolo “ a causa del lungo collo proteso in avanti , munito di arti inferiori, strambi , convessi , collegati a piedi che a noi sembravano interminabili. Alle nostre provocazioni reagiva con lieve sorriso , la tipica e contenuta reazione di chi sorvola le sciocchezze liquidandole con tranquilla rassegnazione benevola. Si intravedeva in lui l’uomo organizzato del futuro, quel tipo di individuo che mette in sequenza i quadratini. Noi, a confronto eravamo dei ragazzini ruspanti che intuivano il proprio stato infantile , istintivo , elementi vitali e distruttivi allo stesso tempo , dai quali prorompe energia. Unendoci, usavamo tale primordiale potere nei confronti di Cetriolo. Dentro quel mondo di congiure mal programmate e scherzetti proverbiali , da ricordare solo dopo l’alcool test, Marco superava con saltelloni piuttosto disinvolti gli sgambetti, grazie all’ accessorio periscopico, evitava preventivamente i cazzotti. Ai nostri occhi, seppur nella sua precoce sobrietà, presentava degli aspetti eterei che non potevamo cogliere; sembrava una specie di Barone rampante con i piedoni ben piantati a terra. Più avanti nel tempo ci specializzammo scoprendo il lato intimo dell’essere arrampicante. Il solco per entrare nella sua esclusività era tracciato; non reagiva con stizza al fatto di essere penetrato , tuttavia, manifestava fisicamente il momento con percettibile dondolio del corpo; le gambe vibranti ed elastiche sembravano due fusti fibrosi e davano l’impressione di essere elementi portanti adatti a sostenere scosse di buona entità . Già , avrebbe potuto permettersi una frequenza ondulatoria degna di un metronomo, considerata la stabile piattaforma su cui poggiava. Allora ero una zucca bonacciona, non mi andava di ricorrere a mezzi impropri, preferivo il dialogo spontaneo alla provocazione, non come oggi che sono diventato un rompi palle di prima categoria. Comunque, oggi “ l’ ortaggio ” è cresciuto , consolidato nelle proporzioni , si è aggiunta la pancia, abbastanza voluminosa, rende ancora meglio l’idea di cetriolo, plantari e collo evidenziano senza equivoco l’esistenza dell’essere in qualità di specie. Il carattere dimostra quella stessa prudente riservatezza originata dai reconditi puntelli della responsabilità, coltivata con dovizia dai propri giardinieri molto urbani. Non ci siamo mai persi completamente di vista . Tutto sommato, il canale è rimasto aperto, perché con lo scorrere del tempo abbiamo reciprocamente e silenziosamente accettato le nostre diversità attribuendo ad esse un qualche significato. Sarà per questo motivo che qualche confidenza mi viene concessa, con il timbro postale bene in evidenza . Ritiene che mantenga sufficiente riservatezza alle sue donazioni; non ha torto, anche se qualche tentativo mancino rimane ancora inespresso dietro le pieghe del mio cosciente. Ora che siamo l’uno di fronte all’altro , iride contro iride, … desidero, fortissimamente voglio, non perdere l’ occasione , per discutere sul significato di “quella giornata” che agli intenditori di letterarie memorie, rievoca la momentanea impressione di Chaucer , una visione per spettatori in attesa di episodi romantici; ricorda anche gli spunti ed i desideri nostalgici rappresentati dal Browning, ed a voi cari figliuoli e dolci amichette, può ricordare il desiderato riverbero sensuale di un volto sconosciuto, incrociato per caso nella scalinata di una cittadina medievale, ma non è così… mi dispiace tanto … ma non è proprio così. Fatalmente , lo scherzetto d’Aprile arriva, con uno schiaffo sul coppino: arriva con George: “ quel vento fresco, profondo e soffocante che inclina il mento verso il petto nel tentativo di fuggirlo” *, … significa scappare dall’irrequieto tormento inespresso che ci portiamo dietro: - Anche il tuo , che te la cavi tanto bene. - A questa mia presa di posizione , Marco risponde con il piglio del pescatore che tiene saldamente la canna tesa, aspettando l’emersione di un trota da 4 kili: - " Ho intenzione di farmi crescere i baffi " – - … " così hai deciso di farti crescere i baffi " … baffi d’artista concreto " … Fai lo spiritoso, ma in fondo , sei come Winston Smith, ti fai crescere i baffi perché non hai più Julie al tuo fianco ed i tuoi silenziosi piani ribelli sono svaniti " – II cetriolo , mi osserva tranquillo e risponde: - Ogni ortaggio ha i propri baffi … piuttosto … zucca geneticamente sostenibile, di quali ulteriori presagi ti occupi, attualmente? - Non ho altre previsioni al momento , mi sento come un groviglio arroventato da sfaldare e raffreddare … - Bene!... hai una valanga di pensierini non detti … - Mi rispondi per le rime … - Ora, sale il disagio e Marco tergiversa, senza dondolare, mi risponde : - …. Vado è L’UNA … Eccolo il tiro mancino: adesso vedo chiaramente il poster gigante dell’uomo con i baffi dal volto duro ma non sgradevole, con sotto la scritta a caratteri cubitàli “ THE BIG BROTHER IS WATCHING YOU “ * , voglio, fortissimamente voglio, sublimare l’attimo, svaporarlo come la nube grigia che si allontana in favore del cielo terso … voglio confidarmi con Ippolito … dai … vieni .. caro amico di viaggi notturni … dimmi con decisione: “ ciò che si toglie al pensiero non è vietato alla speranza “ , fammi riscoprire Carlino Altoviti , “… per indovinar cosa fosse quello spazio infinito d’azzurro che pareva un pezzo di cielo caduto schiacciatosi in terra “ ***. Ma non è così … cari amici di prima! Allora trasalgo: - Dove vai? – - Dalla Flora – adesso faccio lo spiritoso : - Cosa vai a fare …il gentleman in osteria ? La risposta arriva tagliente come il ritmo osceno del cinismo: - Tutto quello che era proibito diventa ora obbligatorio* – Altro tiro mancino, - ora vorrei scalare il monte Cristallo , trasformarmi in acqua , tuffarmi in rivoli gagliardi , sgorgare in flussi decisi , immerso nel vortice dei mulinelli per confondermi verso roccie conclusive, elemento negli elementi. Ma no .. no …no… devo rimanere collegato perché ora c’è la crisi economica, c’è l’ ICI, l’IVA , l’ IRPEF, c’è la Grecia … anche questa … adesso , c’è la speculazione finanziaria …ma che cos’è la speculazione… è forse il prisma di Newton? … no… quella deve essere la rifrazione… è forse il prisma dei Pink Floid in “ The dark side of the moon ? “ forse si … deve essere quella parte di luce non scomposta , è quella monumentale imposta da pagare , ben conosciuta, ma che ci ostiniamo a smentire, finchè , non diventa obbligatoria, tradotta in Euro che volano verso la volta celeste: è la tassa per le ochette che starnazzano sotto il ponte dei sospiri a Venezia. Anche se il mio smarrimento è palese, cerco di riprendermi, ancora una volta, con una battuta degna della migliore osteria d’Italia che sta per chiudere dopo i bagordi aciduli degli ultimi clienti: - Bel colpo, questa me la segno … vai , vai …vai dalla Flora, quel bel vestitino rosso in flanella ti rende allegro con brio - Vedo Marco allontanarsi con il suo passo sicuro , ho la sensazione che la nostra conversazione non si ripeterà ,almeno in questi termini, in fin dei conti potevamo intuire quello che ci siamo detti, anche solo blaterando diversamente ed abilmente, balbettando, cinguettando indubbiamente, roteando su noi stessi. Ma ora sappiamo esattamente come dobbiamo comportarci e mantenere il contegno dei nostri pensieri… ci conosciamo da una vita … in fondo, potevamo mettere in conto anche questa sconveniente divagazione sotto il ponte dei sospiri . Sono nel “quasi” pieno delle mie facoltà genetiche, rimanderò le considerazioni sui “ cuori di tenebra “ sui “ buchi neri del sole “ … sono un ortaggio come “quasi” tutti gli altri ed ho il sacrosanto diritto, anch’io, di abbeverarmi dalla Flora , futura aridità permettendo. Marco si sta allontanando troppo. - Cetrioloooo … aspetta … vengo anch’io … Finalmente una buona notizia, , c’è la camicetta di flanella rossa ed i capelli sciolti color cipolla della Flora che ci attendono … con sornione sorriso sibillino prende il bottiglione e versa… versa… versa … All’osteria, troviamo Pel di carota, anche lui alto e magro da bamboccio, ma rigido come un palo d’acciaio inox , pelo color di zolfo, con la faccia spiritosa da Pippo lentigginoso . Anche lui ruspante figlio delle Prealpi. A 20 anni è partito, zaino in spalla, girovagando mezz’Europa … cosa voleva fare, il giovane Holden? **** …. poi , dopo qualche anno, è tornato nella sua terra , in quel suolo penetrante, negli intrecci ricavati dai boschi fitti di misteri arborei, preparatori di fatiche, ma anche di armonie dispensate da suoni rassicuranti ... e dal colore verde, espresso in molte tonalità ; forse queste cose hanno riempito lo zaino … Ora , grazie a questi precedenti , Pippo carotone impaglia seggiole ed intaglia il legno… artigiano riconosciuto … tassato con la nuova imposta sulle ochette … questa volta penso attraverso monologo interiore … che non sia l’eredità del lato oscuro della luna?
Ci troviamo davanti a questo lungo bancone di fòrmica con sotto la vetrinetta per le pastine, alla mia sinistra Pippo, dritto come un “ punto affermativo “, aperto in verticale. Alla mia destra Cetriolo, sembra una parentesi tonda ( chiusa ovviamente ), pronto a percepire il ritmo fluente del linguaggio. I nostri sguardi si incrociano veloci e dissipano nell’ambiente una somma di scariche elettriche ,un fulmine che precipita al suolo . Intanto, Flora corre di qua e di là, lungo il bancone… sembra una papera a bersaglio mentre noi spariamo con fucili da luna-park alla sagra del paese … lei continua nelle sue occupazioni …e poi… travasa … travasa… travasa. Il vino è l’iperbole del tempo che scorre, ma ritorna … l’una è passata, aspetterò l’imbrunire … e poi confesserò. I will confess, but not yet. I must hold out till the pain becomes unbearable.” * … non ora, anche se dovessi essere l’ultimo uomo in Europa. “ Three more kicks, two more kicks, and then I will tell them what they want! “
* Faccio una dedica a Pippo, detto Pel di carota … a Cetriolo, un po’ meno … e la Flora? …. Lei riscuote … ricuote … riscuote
Dario Guadagnini
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