Direttore d'orchestra
Nelle radici di questi alberi c’é la trama remota di un terreno accogliente.
Ogni
suolo trova il suo albero, ogni fusto forma i suoi strati vestiti di
corteccia, ogni ramo produce internodi e tessuti di sostegno dai quali
emergono le foglie, caduche o persistenti.
Traduzione in epilogo di significati diversi in quest’esistenza senza dubbio.
La linfa risale dinamica, in trazione e pressione diffonde acqua e sali alle foglie.
Cattura carbonio , dispensa ossigeno verso atmosfere che chiamano ossido-riduzioni necessarie.
Decorato
di germogli maturi simmetricamente disposti, cromaticamente attraenti,
dona sostanza organica , dispensa vitamine per necessità frullate di
impieghi più o meno intelligenti.
L’albero é la congiunzione esatta fra la terra ed il cielo, inerpica diramazioni verso l’alto.
Sicuro
di se stesso nel percorso, memore di un passato molto probabile,
adatto al presente incerto di questa atmosfera satura di CO2 da
trasformare con l’impiego di raggi ultravioletti in scientifiche sintesi
fotograficamente clorofilliane … diamo una corona d’alloro al Rè delle
foglie .
Albero isolato come imperturbabile sentinella, ornato di
verde fogliaceo in viali improbabili decisi dall’uomo, eretto come un
punto esclamativo in base terrena!
Albero strisciante e prostrato, rampicante , volubile e rampante.
Albero associato in macchie, boschi e foreste, in savane selvaggie, esercito in plotone, diffuso in compagnia.
Quando la pioggia imperversa ed il vento si scaglia, rumoreggia il
sibilio confuso e diffuso tra rami e fogliame in vortici strani.
La chioma si scioglie in flussi inconsulti , si trasforma in spirali che avvolgono d’elettriche correnti le fronde incazzate .
Ritorna
il sereno ... nello sfondo limpido e dipinto prevale la sagoma composta
di questo signore, simbolo di congiunzione fra il cielo e la terra.
Dario Guadagnini
« ..
ritorna a passare per le strade, la sera, e ostentare nel vento sotto
gli alberi, solido e fresco, il suo corpo che vive »
Cesare Pavese